A cura di Simone Savogin e Riccardo Brega
“C’è grossa crisi, il mercato musicale boccheggia, la gente non ascolta più le canzoni e men che meno compera i CD. Gli editori musicali sono desaparecidos, la distribuzione è alla canna del gas, le Major sono brutte e cattive, alla fine le note sono 7 e, porcaccialamiseria, si son presi De André, Freak, David Bowie, Leonard Cohen, Prince… e ci hanno lasciato qui con Gigi D’alessio, Bello Figo e i The Vad Vuc.”
Nella desolata e impervia taiga svizzera, a partire dall’Anno Domini 2000, sopravvive e si riproduce un buffo animale dal pelo ispido e con tendenza alla pinguedine. Questo strano mammifero sonoro è il Vad Vuc. Appartenente alla famiglia dei farcimen cervesia, il Vad Vuc trova nel pogo e al bancone il suo habitat naturale. Nonostante la lunga carriera concertistica e i successi elvetici e internazionali, questo curioso e sparuto branco risulta refrattario a qualsiasi tipo di apprendimento o maturazione, sfornando però qualche ragguardevole singolo dalle parvenze seriose.
La comunità scientifica è concorde nell’accomunare il mistero della sopravvivenza del Vad Vuc, alla capacità di volare dell’ape. Dopo approfonditi calcoli (e coliche renali) risulta fisicamente e matematicente impossibile che un organismo sopravviva dopo aver ingurgitato quantità così smodate di alcol, figuriamoci suonare su di un palco. Nonostante le minacce, del tutto autoinflitte, alla propria sopravvivenza, il Vad Vuc prospera e riproduce musica in digitale e su supporto fisico, magliette, felpe e birra, si esprime in divertenti concerti amplificati e non, ma soprattutto eccelle nelle basilari pratiche istintuali della sua razza: mangia come domani non esistesse.
Produrre un CD, al giorno d’oggi, è un vero e proprio accanimento terapeutico, nei confronti, prima di se stessi, e poi del pubblico. Ma il Vad Vuc ci ha visto lungo e nell’anno 2017 ha deciso di abbandonare il mondo delle 7 note e di buttarsi anima e corpo nel settore automobilistico, lanciando sul mercato il suo personalissimo DISCO ORARIO. Una volta acquistato, potrete appoggiare il DISCO ORARIO sul cruscotto della vostra autovettura e, all’occorrenza, con il semplice movimento rotatorio del disco ivi contenuto (dalle apparenti parvenze di CD), potrete segnalare il vostro orario di arrivo nei parcheggi del mondo intero. Qualora voleste provare a inserire il suddetto disco in un apposito lettore CD (sempre che ne troviate ancora), quelli sono affari vostri e il Vad Vuc declina ogni responsabilità per le multe di parcheggio che, nel caso, vi troverete sul parabrezza.
DISCO ORARIO, il disco più indie dei dischi indie, con la partecipazione straordinaria di:
The Dublin Legends – The Dubliners
Modena City Ramblers
Gerry O’Connor
Fabrizio Barale
Make Plain
Jgor Gianola
Zeno Gabaglio.
Ma chi diavolo sono i The Vad Vuc?
ALBI: Violino • BOSS: Pianoforte, Susafono • CERNO: Voce, Chitarra • DRUGO: Batteria
FID: Flauti, Tromba • JACKY: Basso, Voce • MAGO: Fisarmonica • SEBA: Mandolino, Trombone
The Vad Vuc sono anche:
BREGA: Management & PR • MISKE: Batteria